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Raffaello, Disputa del Sacramento, a cura di Alessio Fucile Storico dell’arte

L’affresco è organizzato in due registri: in basso la Chiesa Militante e in alto la Chiesa Trionfante con al centro la Trinità. 

Dall’ostensorio si allargano ruote sempre più vaste: il cerchio aureo attorno alla colomba, la raggiera del Cristo, la corona di cherubini su cui poggia il Padre e infine l’arco che racchiude l’affresco stesso. 

La volta celeste con lamelle dorate è simile all’abside di una chiesa; in basso a sinistra, una balaustra controbilancia una costruzione simile, sulla destra, inserita per mascherare la presenza della cornice della vera porta. 

Il pavimento in prospettiva conduce al punto di fuga, centro dell’intera composizione, al mistero dell’Eucaristia. 

Due figure a fianco dell’altare sembrano avere la stessa funzione di Platone ed Aristotele della «Scuola di Atene»: una invita con il gesto della mano a guardare al Cristo che mostra le sue piaghe, l’altra addita l’Eucarestia che è lì e dunque esplicita la relazione che esiste tra il Sacramento ed il Cristo stesso. 

Lo spazio semicircolare assomiglia all’abside di una chiesa privata di muri e tetto, in cui due assemblee, composte da personaggi di uguali dimensioni e pari dignità, contemplano Cristo: l’assemblea terrena lo vede nell’Eucaristia e medita su di essa essendo ancora alla ricerca del senso pieno del mistero; l’assemblea celeste invece lo vede non più in segno ma com’è ora nella gloria, assieme al Padre e allo Spirito. 

Quest’ultimo, sotto forma di colomba, è rappresentato come dono del Figlio, essendo colui che opera nei Sacramenti rendendo sempre presente l’opera del Figlio nella storia. Ha al suo fianco quattro angeli che recano nelle mani i quattro vangeli, aperti al loro incipit: è infatti lo Spirito che ispira le Sacre Scritture.

La chiesa trionfante è, a partire da sinistra, così formata: Pietro, con le chiavi e con la veste gialla e blu in quanto colori della famiglia della Rovere a cui apparteneva il papa; Adamo, con le gambe accavallate; Giovanni evangelista; Davide con la corona regale; Stefano; il profeta Geremia. 

A destra, invece, sono rappresentati: Giuda Maccabeo vestito da soldato; Lorenzo con la palma e la graticola; Mosè con raggi luminosi sulla testa; Matteo; Abramo, con il coltello usato per il sacrificio di Isacco; Paolo, con spada e libro. Nella zona sottostante, dotti e teologi formano due ali oblique tendendo verso l’ostensorio; diversamente, ogni tensione è eliminata nell’area superiore: la Chiesa trionfante forma come un’esedra attorno a Cristo.

I due ambiti sono ben distinti, ma il mistero che viene contemplato è unico. La preghiera rompe infatti i confini dello spazio e del tempo e abbraccia l’eternità: colui che prega entra in una dimensione che lo supera, diventando realmente concittadino dei santi e familiare di Dio; la consapevolezza dell’unione con gli angeli e con i santi deve aumentare in ciascuno la fiducia e accrescere la speranza. 

Tra i personaggi della Chiesa militante, Raffaello ha fuso santi del passato e suoi contemporanei: a sinistra compare Bramante che si sporge sulla balaustra con un libro in mano. Attorno a lui, personaggi caratterizzati da estrema naturalezza e spontaneità: all’estrema sinistra, Beato Angelico ha la veste dei domenicani; vicino all’altare sono dipinti i quattro dottori della chiesa occidentale; a destra è raffigurato il pontefice Gregorio Magno con i tratti di Giulio II ; accanto è Girolamo con il leone, suo classico attributo.

Dall’altro lato, compaiono Agostino con il De civitate Dei e, a fianco, Sant’Ambrogio; dietro, Tommaso d’Aquino e Bonaventura; al centro, il pontefice Innocenzo III; il papa accanto è Sisto IV, appartenente alla famiglia Della Rovere così come Giulio II; ancora dietro si scorge Dante con la corona d’alloro e, seminascosta, la testa incappucciata del Savonarola; alle spalle dei personaggi di destra c’è un enorme blocco marmoreo, simbolo della pietra angolare e allusione al cantiere di San Pietro, allora in costruzione, forse suggerito anche dal il cantiere rappresentato sulla collina a sinistra. Con la fusione tra personaggi del passato e suoi contemporanei l’artista sottolinea come tutti siano parte dell’unica Chiesa di Cristo: la fede nella comunione dei santi produce la consapevolezza dell’importanza della preghiera vicendevole. L’apostolo Giacomo scriveva: «pregate gli uni gli altri per essere salvati». 

La preghiera davanti all’Eucaristia costituisce un prezioso legame fra i cittadini della terra e quelli del cielo e in questa coreografia misteriosa e solenne che si sviluppa attorno all’Eucaristia, cuore pulsante di amore, entra ogni uomo che prega. 

La composizione è cruciforme, con l’asse verticale definita dalla Trinità e quella orizzontale costituita dai santi in cielo: al punto d’incrocio, saldo legame tra gli uomini e Dio, è Gesù Cristo, l’Uomo-Dio, che da questa croce troneggia sopra ambedue le “Scuole” raffigurate nella Stanza, quella dei “santi dottori” e quella di Atene. Da patibolo, la croce di Cristo diventa così cattedra.

Alessio Fucile Storico dell’arte