Artista, Cultura

Spaziotraccia – Museo Andersen – Collettivo Luiss Master of Art

Spaziotraccia 

A cura del Collettivo curatoriale Luiss Master of Art – XII edizione 

Museo Hendrik Christian Andersen, Roma 

13 dicembre 2022 – 10 gennaio 2023 

Il 13 dicembre alle ore 18 presso il Museo Hendrik Christian Andersen, diretto da Maria Giuseppina Di Monte, afferente alla Direzione Musei Statali della città di Roma, diretta da Mariastella Margozzi, si aprirà la mostra Spaziotraccia a cura del Collettivo Curatoriale Luiss Master of Art – XII edizione. 

La cornice spaziale entro cui si colloca la mostra, il Museo Hendrik Christian Andersen di Roma, si presenta, visto il suo retaggio, come luogo deputato ad accogliere Spaziotraccia. Hendrik Andersen, con il suo monumentale progetto Creation of a World Centre of Communication si pone all’interno della mostra come traccia del pensiero utopico tipico del secolo scorso, accostandolo oggi alla prospettiva post-umanista che permette significative riflessioni.  

«Il futuro è fatto di frammenti del passato, e questi frammenti sono gli strumenti di lavoro per inventare il futuro.» Erwin Panofsky 

«La mostra è interessante perché presentatracce astute, sottili e non ingombranti. L’arte è indecisa a tutto per cui queste tracce producono degli effetti diversificati nello spazio e nel tempo.» Achille Bonito Oliva  

Gli artisti: Andrea Barzaghi, Silvia Bigi, Chen Xiaoyi, Ciriaco Campus, Marco Emmanuele, Luigi Ghirri, Elisa Giardina Papa, Emilio Isgrò, Richard Long, Alberto Montorfano, Numero Cromatico, Giulio Saverio Rossi, Pietro Ruffo, Emilio Vavarella. 

Il Collettivo Curatoriale della dodicesima edizione del Master of Art, Master Universitario di primo livello della Luiss Business School, presenta al Museo Hendrik Christian Andersen di Roma la mostra Spaziotraccia con la supervisione scientifica di Achille Bonito OlivaDal 13 dicembre 2022 al 10 gennaio 2023. 

ll progetto si propone di dare forma visiva a una riflessione sul tema della “traccia” portando in mostra opere che riflettono sulle criticità dei nostri giorni e rivolgendosi a ipotetici interlocutori del futuro; un’indagine scaturita dall’arte come strumento di mediazione e resa psicologica di atti umani, immagine materiale di costrutti mentali, assimilabile a quella che Freud denominò “traccia mnestica”, ovvero la capacità transgrafica dell’uomo di immagazzinare contenuti complessi nella propria memoria. 

Il titolo “Spaziotraccia” è già di per sé una dichiarazione di intenti: la mostra ha come obiettivo quello di analizzare la traccia e le interazioni che esistono tra essa, lo spazio, l’umanità e le testimonianze che ne sono state prodotte mediante l’arte e l’ingegno.  

Il racconto è sviluppato attraverso le opere di quattordici artisti di diversa generazione, in un percorso espositivo diviso in capitoli tematici, al fine di rendere al meglio la molteplicità di significati che in essa coesistono e che meglio si adattano a raccontare l’arte di oggi. 

I temi affrontati saranno: Traccia e linguaggio – Richard Long, Emilio Isgrò, Elisa Giardina Papa, Traccia e natura – Luigi Ghirri, Marco Emmanuele, Alberto Montorfano, Tracciare ed essere tracciati – Ciriaco Campus, Pietro Ruffo, Traccia e intelligenza artificiale – Silvia Bigi, Numero Cromatico, Emilio Vavarella, Traccia e ombra, affidata a Andrea Barzaghi, Chen Xiaoyi, Giulio Saverio Rossi, under 35, finalisti della VII edizione del Premio Internazionale Generazione Contemporanea, indetto dal Luiss Creative Business Center con l’obiettivo di promuovere l’arte contemporanea italiana ed internazionale, sostenere artisti under 35 e ampliare la collezione permanente d’arte contemporanea della Luiss Business School. 

Il nome del vincitore del premio, tra i tre finalisti in mostra, sarà annunciato nel corso dell’inaugurazione dopo la selezione di una Giuria composta da: Achille Bonito Oliva, Francesca Cappelletti, Cristiana Collu, Roberto Cotroneo, Barbara Jatta, Pia Lauro, Domenico Piraina, Luca Pirolo ed un rappresentante del Collettivo Curatoriale del Master. 

Come testimonianza del progetto scientifico alla base dell’esposizione, verrà realizzato un catalogo con contributi critici e di esperti di diverse discipline collegate ai temi della mostra.  

Informazioni 

Spaziotraccia  

13 dicembre 2022 – 10 gennaio 2023  

A cura del Collettivo curatoriale Luiss Master of Art XII 

Ingresso libero 

Museo Hendrik Christian Andersen 

Via Pasquale Stanislao Mancini, 20 – 00196 Roma 

Dal martedì alla domenica 

Dalle 9.30 alle 19.30, ultimo ingresso ore 19 

Contatti stampa 

Referenti ufficio stampa Collettivo Curatoriale Luiss Master of Art XII 

Alessia Buonopane +39 3450225283 

Maria Giuseppa De Filippo +39 3477354560 

Chiara Iocca +39 3891695786 

press.masterofarts@gmail.com 

Instagram: spaziotraccia  

Contatti Museo H.C. Andersen    

Mail: dms-rm.museoandersen@cultura.gov.it 

Tel. + 39 06 3219089  

Sito web:

www.direzionemuseistataliroma.beniculturali.it/istituti/museo-hendrik-christianandersen-roma 

FB: https://www.facebook.com/MuseoHendrikChristianAndersen 

TW: https://twitter.com/MuseoAndersen 

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Spaziotraccia

Nel 1971 il giornalista Eric Burgess fu incaricato dalla NASA di rendicontare le operazioni di preparazione e lancio della Mariner 9, la prima sonda spaziale a orbitare intorno a Marte. 

L’anno successivo due nuove sonde, la Pioneer 10 e la Pioneer 11, avrebbero solcato nuovi itinerari spaziali per arrivare fino a Giove e Saturno. 

Fu proprio in occasione del lancio delle sorelle Pioneer che Burgess contattò Carl Sagan, astronomo e divulgatore scientifico noto per le sue – dubbie – dissertazioni in merito alla comunicazione con presenze extraterrestri. 

Nell’eventualità che le due sonde venissero intercettate da presenze aliene fu posta al loro interno una placca in oro e alluminio che mostrava le figure di un uomo e una donna nudi attorno alle quali si trovano vari simboli che avevano il fine di fornire informazioni sull’origine delle sonde e del pianeta Terra.

Attraverso le opere di Spaziotraccia percorreremo una strada simile a quella fatta da Burgess; utilizzeremo immagini e testi che possano tramandare un messaggio convincente per chi, in un futuro, dovesse confrontarsi con noi, ammettendo al contempo la possibilità che questa nostra traccia non venga mai scoperta. 

Spaziotraccia è oggi una mostra, è stata ieri una ricerca e diverrà domani un racconto.

Spaziotraccia è un solco d’aratro sul quale costruire ricordando, un input dal quale vorremmo scaturisse una riflessione personale e condivisa sul nostro tempo.

Senza la pretesa di totale astoricità e oggettività – sulla scorta della lezione di Giorgio Agamben – proporremo un’interpretazione del buio dei nostri giorni, ci porremo in maniera critica e concreta nella speranza di arrivare ad essere colui che sa vedere «come un male, un inconveniente, un difetto, qualcosa di cui la sua epoca va giustamente orgogliosa».

Già nel suo nome Spaziotraccia contiene una dichiarazione di intenti; ha come obiettivo quello di analizzare la traccia e le interazioni che esistono tra questa, lo spazio, l’umanità e la testimonianza che di esse è stata fatta mediante l’arte e l’ingegno.

In questa nostra ricerca è proprio l’arte a tenderci la mano rendendosi cartina tornasole dei nostri giorni; è grazie a questa che riacquistiamo il potere di sfuggire alle scadenze del tempo e, lasciando traccia di noi, scriviamo una pagina del momento attuale della storia che, con le parole di Rosalind Krauss, non è che il punto di arrivo del pensiero.

La nostra indagine è scaturita dall’arte come strumento di mediazione e resa psicologica di atti umani, immagine grafica di costrutti mentali, assimilabile a quella che Freud denominò “traccia mnestica”, ovvero la capacità trasgrafica dell’uomo di immagazzinare contenuti complessi nella propria memoria. 

Lo studio attorno alla natura delle tracce mnestiche ha condotto i filosofi contemporanei a indagare se queste ultime agiscono soltanto a un livello personale, in forma di ricordo, o se possono essere estese a un livello sub personale, coincidendo con i meccanismi neurobiologici che consentono di ricordare collettivamente. Allo stato attuale degli studi filosofi come Anscombe, Bernecker e Debus, insistono sul fatto che, perché ci sia autentica attività rammemorativa, deve sussistere un nesso causale tra l’evento passato e la nostra attuale rammemorazione e poiché i due eventi sono distanti tra loro deve esserci qualcosa che causalmente li lega. 

Questo qualcosa è il nesso tra l’esperienza vissuta e la conseguente formazione di una traccia mnestica relativa, una traccia di qualcosa, che nell’inconscio collettivo meritava di essere ricordata. 

La nostra riflessione, come una traccia mnemonica, vuole essere esperienza collettiva, una traccia di noi, delle opere, degli artisti e di chi ha condiviso la visione di Spaziotraccia.

Per meglio orientarci e orientare il visitatore abbiamo diviso il racconto sulla     traccia in capitoli tematici così da rappresentare la molteplicità di significati che in essa coesistono e che meglio si adattano a raccontare l’arte di oggi: “Traccia e natura”, “Traccia e ombra”, “Tracciare ed essere tracciati”, “Traccia e intelligenza artificiale” e “Traccia e linguaggio”.

La cornice spaziale entro cui si colloca la mostra, il Museo Andersen di Roma, si offre con il suo passato quale luogo deputato ad accogliere Spaziotraccia.  Andersen con il suo monumentale progetto Creation of a World Centre of Communication si pone all’interno della mostra come traccia del pensiero utopico tipico del secolo scorso, accostandolo oggi alla prospettiva post umanista permette significative riflessioni.

È tra passato, presente e futuro che la traccia diviene metodologia concreta su cui costruire il domani o, per dirlo con le parole del grande storico dell’arte Erwin Panofsky, «il futuro è fatto di frammenti del passato e questi frammenti sono gli strumenti di lavoro per inventare il futuro».

Asia Simonetti