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La Madonna del Cardellino di Raffaello a cura di Alessio Fucile Storico dell’arte 

Ti presento La Madonna del Cardellino di Raffaello. La realizzò quando aveva circa vent’anni, in occasione del matrimonio del ricco mercante fiorentino Lorenzo Nasi. 

La bellezza di quest’opera sta nell’armonia e serena dolcezza dei personaggi illuminati da una luce chiara e cristallina che diffondendosi dalle grandi nubi bianche li avvolge dolcemente regalandogli una grande intimità.

Il nome all’opera è dato dal cardellino che San Giovannino porge a Gesù con un gesto tenerissimo, tipico dell’infanzia, mentre la madre osserva i bambini dall’alto. È il cardellino più celebre di tutta la storia dell’arte. Piccolo uccello dalla livrea inconfondibile, caratterizzato dalla tipica macchia di colore rosso. Spesso in questo tipo di scene è sostituito da un pettirosso o, più raramente, da un fringuello. Secondo una leggenda cristiana, infatti, un cardellino, un pettirosso e un fringuello, mossi da compassione per le sofferenze di Gesù, decisero di staccargli le spine della corona sul capo per alleviare il suo dolore. Il sangue macchiò indelebilmente e per sempre i loro corpicini. Le tre specie, per questo, divennero simbolo della passione di Gesù. Il cardellino è utilizzato più di frequente, in quanto collegato anche con un altro simbolo della passione: il cardo. Pianta dalle foglie irte di spine, di cui il cardellino è ghiotto e da cui deriva il suo nome.

Immersi in un ampio paesaggio fluviale, circondato da alberelli e da un ponte, la Madonna seduta su una roccia regge tra le gambe Gesù bambino, mentre san Giovannino, abbracciato dalla Vergine, è a sinistra. Il piccolo Gesù nudo sottolinea il suo essere vero uomo.

Incanta lo sguardo malinconico di Maria, consapevole già del destino che aspetta al suo figlio. I colori della sua veste sono rosso, simbolo della carità e dell’umanità e un mantello blu, colore della divinità. Cioè è adombrata dallo Spirito Santo, come le ha ricordato l’angelo durante l’Annunciazione. Il suo busto emerge sul paesaggio, quasi a dominarlo con la grandezza delle sue delicate forme. Nella mano sinistra ha un libro che ha interrotto di leggere per volgere lo sguardo sui bambini.

Raffaello ha rappresentato l’affetto nei movimenti eleganti, le proporzioni delicate, i volti gentili, il paesaggio armonioso, raggiungendo un equilibrio formale e un ideale di bellezza straordinari. 

Riesce a coniugare caratteristiche della pittura leonardesca, come l’impostazione piramidale delle figure, il dialogo affettivo tra i personaggi e la luce morbida e sfumata ed elementi suoi propri: l’estrema dolcezza dei visi, la resa naturalistica del paesaggio, l’uso magistrale del colore. 

Tenerissimo il piedino di Gesù appoggiato su quello della madre mentre si ripara tra le sue ginocchia, gesto letto da alcuni come una citazione della madonna di Bruges di Michelangelo.

Raffaello, in questo dipinto ha messo in atto una rappresentazione dell’affettuosità e della tenerezza. Nella sollecitudine di questa madre si rispecchia la tenerezza di Dio. E quella stessa tenerezza si fa presente nella vita di tante persone che si trovano accanto ai malati, ai poveri e sanno coglierne i bisogni, anche quelli più impercettibili, perché guardano con occhi pieni di amore. Per Raffaello Maria è madre, e una madre si preoccupa soprattutto della salute e della felicità dei suoi figli, sa curarli sempre con grande e tenero amore. Ti aiuta a crescere, ad affrontare la vita, ad essere libero. Fidarsi non significa che non avrai momenti difficili ma avere la forza per affrontarli, sapendo che non sei solo ma c’è una madre amorevole che si prende cura di te.